Proprio dentro il Parco della Marcigliana, si estende come un
grande lenzuolo di tanti colori, la Tenuta Cesarina.
Circa mille ettari, con viali di pini secolari, l'oro verde dei
campi, l'oro cupo della selva, l'argento degli uliveti.
Qualche grumo di case, seminate qua e là, rosse di quel
rosso caratteristico dell'Agro Romano; edifici rurali,
esempi preziosi del grande latifondo.
Poi, nel punto più alto, la Villa.
Forte della sua storia centenaria, costruita su storie più
antiche (qui i Romani avevano già piantato radici!)
austera come una fortezza a difesa della proprietà; civettuola,
con i suoi merletti colorati di bouganvillae e ciclamino.
Possiamo immaginare le feste, le lunghe teorie di carrozze
che portavano gli ospiti lontano dall'aria greve di città.
I Cesarini Sforza - grande Famiglia, grande Casato -
la sapevano lunga, per cultura e abitudini,
quanto sacro era l'ospite,
soprattutto se era
un Principe o un Cardinale.
Una fastosa, festosa residenza, dunque.
Una bandiera, issata sull'alto della torre, seguiva i venti ed indicava il posto.
Oggi, questa bandiera è diventata il simbolo di un'identità:
la Tenuta Cesarina, grazie anche al Parco, è un virtuoso esempio di qualità di vita;
il "buen retiro" è anche e soprattutto una fattoria modello e
un'Azienda Agricola ad alto profilo qualitativo.