Laggiù, il grande fiume: il Padre Tevere.
Se ne scende con grandi meandri, quasi
non avesse fretta di entrare in città.
In una di queste curve si innesta un affluente, breve,
ogni tanto ribelle, altrettanto ricco di storia: l'Aniene.
Le due dita d'acqua hanno plasmato
il territorio; qui si è dilatata una grande Civiltà.
In uno straniante contrasto tra cementi, insegne,
fabbrichette tirate su alla bell'e meglio e verdi
semprevivi, le strade salgono verso le colline,
verso il silenzio.
Il tutto, con una magica impensabile rapidità.
E Roma lascia spazio alla Sabina.